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Il 1° pc è italiano
1964: Pier Giorgio Perotto e la sua Programma 101
Molto prima che i byte diventassero gigabyte, e che gli Stati Uniti si dichiarassero patria del personal computer, in Italia un gruppo di ingegneri dell'Olivetti inventava il primo personal computer da tavolo: era il 1964. A capo del gruppo di scienziati c'era Pier Giorgio Perotto, nato alla fine del 1930 a Torino, città dove ha studiato e insegnato al Politecnico, dove tutt'ora è libero docente.
La sua carriera iniziò in Fiat per continuare in Olivetti. Dopo la morte di Adriano Olivetti nel 1960, i maggiori investimenti della società di Ivrea furono orientati verso la meccanica. L'elettronica era troppo costosa e nascondeva troppe insidie. Nell'ottobre del 1965 l'invenzione del gruppo di Perotto, la Programma 101 chiamata anche Perottina, il primo pc del mondo, venne presentato a New York, nel corso di un'importante esposizione. I giudizi degli americani sono entusiastici. Dopo il grande successo, Pier Giorgio Perotto venne incaricato di costruire e coordinare le competenze sul campo elettronico dell'Olivetti alla guida di una squadra di esperti. Ce lo racconta lo stesso ingegner Perotto.
Quali funzioni aveva la Programma 101, oltre a quelle di una comune calcolatrice? La Programma 101 era grande più o meno come una macchina da scrivere. Gli americani nell'ottobre 1965, alla presentazione la definirono "the first desktop computer of the world". La macchina aveva un sistema molto semplice di 16 istruzioni che anticipavano il Basic. Aveva una scheda magnetica in cui si potevano memorizzare dati e comandi. Infine era dotata di una tastiera molto semplice, una stampante e un collegamento a un sistema video. Nel 1965 la macchina ebbe molto successo perché fu la prima al mondo a liberare una serie di operatori dall'asservimento dal grosso computer, così ostico e lontano a quei tempi.
Quali furono i primi utenti della sua macchina? I ricercatori del Politecnico di Torino la trovarono subito molto utile. E poi si pensi che il termine "personal" l'abbiamo usato durante la presentazione in Italia della macchina nell'aprile 1966 alla Fiera di Milano, chiamando la Programma 101 "computer personale". Con un anticipo sui tempi anche rispetto al nome del pc. La macchina è stata presentata al prezzo di 3200 dollari negli Stati Uniti e poi diffusa in tutto il mondo. Il successo della Programma 101 ha convinto il management dell'Olivetti a riprendere l'esperimento di Adriano Olivetti sull'elettronica. A partire dal 1967 abbiamo ricominciato a costruire tutte le competenze sul campo elettronico.
Qualche anno dopo ci fu un'evoluzione della Perottina: quali caratteristiche vennero aggiunte? Il modello successivo, la Et101 (1978), era già un evoluto sistema di scrittura. Fu la prima macchina da scrivere elettronica del mondo, il capostipite di tutta una serie di macchine che dettero origine ai word processor. L'Olivetti assunse una leadership in questo campo.
Quanto ha pagato il fatto di essere stato l'inventore del pc? All'interno della ditta venni nominato direttore generale della ricerca e dello sviluppo: pur essendo l'Olivetti un centro di cultura di grande rilievo non c'erano le condizioni per capire le potenzialità dello sviluppo della micro-elettronica. Quando dicevo che il costo dei microprocessori sarebbe sceso da 2/300 dollari a 2 o 3 dollari mi prendevano per matto. Non solo cambiò il prodotto ma la strategia industriale dell'azienda. Ottenni per questo il premio Leonardo da Vinci nel 1991.
Le sue furono scelte lungimiranti. Quanta fatica costarono? Prima del boom informatico, l'elettronica era considerata una follia. "Un settore che nessuna azienda italiana può permettersi" disse un importante manager Fiat. Oppure: "L'Olivetti troverà nella meccanica gli elementi del futuro successo". Questi erano gli slogan anti-elettronica. Ma nel 1965, nel corso della mostra di New York, quando il pubblico si accorse della Programma 101 presentata in una saletta separata, trascurò completamente i prodotti che costituivano la base della presentazione Olivetti. La gente si appassionò a farsi dimostrare le potenzialità della Programma 101.
Ma oggi i tempi sono cambiati. Considera negativo lo strapotere delle grosse softwarehouse? Tenga presente che si sono avuti anche casi di sviluppo generati da persone singole. Linus Torvald è un esempio con il suo Linux, ora diffuso in tutto il mondo e utilizzato anche dalle grandi compagnie. Trovo che l'open source sia un elemento in grado di condizionare lo strapotere dei big, anche se devo riconoscere che la Microsoft è stata in grado di creare uno standard mondiale molto utile.
Quali sono le potenzialità degli attuali pc? Dal punto di vista tecnologico ho l'impressione che questa crescita quasi esponenziale, nella capacità di elaborazione e di memoria, abbia determinato un'evoluzione importantissima. Ma non siamo stati capaci di sfruttare le potenzialità del software. I pc sono macchine che avrebbero bisogno di maggiore semplificazione. Esiste ancora una notevole complessità.
Perché? La semplicità costa. La user interface mi auguro venga semplificata ulteriormente: per aprire internet a un uso più ampio credo che dobbiamo aprire il campo a una maggiore facilità di utilizzo.
28 agosto 2001
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